Nuovo impianto casalingo – parte 2

E’ trascorso un pò di tempo dalla prima parte di questo articolo ma questa sta risultando essere un’annata di scarsa produzione. Inoltre sto dedicando molto del mio tempo libero alla realizzazione di un nuovo portale pensato per Microbirrifici ed Homebrewers. Il suo nome è BrewCalc e non troppo tardi sarà on-line. In futuro dedicherò altri articoli a questo nuovo progetto.

E’ stato quindi necessario attendere qualche mese per poter raccogliere i dati necessari per completare la mia recensione sul nuovo impianto.

Posso subito annunciarvi che mi ritengo molto soddisfatto del cambiamento, la qualità del prodotto finito è migliorata, i tempi di lavorazione sono rimasti pressapoco identici ma ho guadagnato in praticità. Insomma, tutto è andato come speravo andasse ma…

ma come in ogni cambiamento i difetti di certo non mancano.

Principalmente ho notato due problematiche, scarso funzionamento dello scambiatore a piastre (vedi aggiornamento sotto in data 24 Aprile 2017) e imprecisione di temperatura segnalato dal termometro installato in pentola.

Ma andiamoli ad analizzare meglio nel dettaglio cominciando dal termometro. Ho notato che il termometro non segna bene temperatura del mosto, o comunque, si differenzia di qualche grado da un termometro portatile. Questa imprecisione tende ad aumentare con il crescere della densità dei malti presenti in acqua.

Questo scherzetto mi è costato una cotta; il termometro segnava 60 gradi mentre in pentola i gradi erano 70. Il problema è stato risolto facendo uso di un secondo termometro. Altra soluzione sarebbe quella di applicare le pale elettriche per il mescolamento. Questo dovrebbe garantire una diffusione omogenea della temperatura. In ogni modo è meglio mantenere in pentola un rapporto acqua:grani almeno di 3:1, meglio 3,5:1 (3 Litri e mezzo per Kg di grani).

La seconda problematica riguarda lo scambiatore di calore. La sola forza di gravità non basta a far scorrere la birra al suo interno fino al fusto, a meno che non si posizioni lo scambiatore in posizione verticale con il foro di ingresso in alto e quello di uscita in basso. A mio vedere questa disposizione non sta facendo funzionare a pieno lo scambio termico. Conclusione, la birra esce dallo scambiatore ad una temperatura di circa 35 gradi. Purtroppo è impensabile montare una pompa idraulica, ricordo sempre che il mio impianto ha la priorità di funzionare in casa senza trasformare la cucina in un laboratorio.

Aggiornamento del 24 Aprile: ho riprovato l’uso dello scambiatore in altre cotte. Per prima cosa confermo che lo scambiatore va usato posizionandolo in orizzontale. Diversamente il suo funzionamento è quasi nullo. Ho scoperto che lo scambiatore funziona anche senza la pompa idraulica menzionata precedentemente. Probabilmente nella prima circostanza si deve esser formato un “tappo” nel rubinetto della pentola impedendo il corretto fluire del mosto all’interno dello scambiatore. Posso confermare che lo scambiatore funziona e che raffredda veramente bene.

Nuovo impianto casalingo – parte 1

Come può un homebrewer birrificare in casa avendo a disposizione solo il piano di cottura della cucina ed un lavello? In questo articolo (suddiviso in 2 parti) andrò a parlarvi di come tutto questo sia possibile, descrivendo il materiale adoperato, le soluzioni e le problematiche riscontrate.

L’idea di quest’articolo è nata dalla necessità di cambiare impianto di produzione pur tenendo invariato il luogo di produzione, la cucina di casa.

Come molti sanno, produrre birra in casa comporta diverse problematiche. Basti pensare allo spazio ridotto, alla sorgente di calore limitata ai soli fornelli, alla problematica dell’acqua, ect.

Fino ad oggi la soluzione adottata è stata quella di impiegare un mini impianto di ridotte dimensioni e di facile maneggevolezza. Volendo descrivere l’impianto questo era formato da due pentole in alluminio ed un filtro ricavato da una ghiacciaia da pic-nic.

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Ma con l’aumentare dell’esperienza è cresciuta la necessità di migliorare il prodotto finito. Ma cosa più importante (almeno per me) è stata quella di sostituire l’alluminio per passare all’acciaio.

Alluminio

Di fatto siamo tutti circondati da materiali composti da alluminio, lo troviamo nelle confezioni alimentari, nelle pentole per la cucina, nelle costruzioni abitative e in parecchi utensili di uso quotidiano. E’ una delle migliori materie per resistenza e per salubrità da contaminazione batterica, apparentemente inalterabile consente maggiore igiene per il trattamento dei cibi, consente una buona pulizia e permette di agevolare nel mantenimento dei beni materiali contro l’usura del tempo, a conti fatti un materiale conveniente, ma alcuni studiosi hanno scoperto che possono rimanere nel corpo delle tracce di questo materiale. Basta effettuare un test per evidenziare i minerali che sono presenti nell’organismo per appurarne la veridicità di tale fatto.

Non voglio affrontare le argomentazioni di questi studi che evidenziano i danni, o meno, causati da tale metallo una volta che si sia depositato all’interno del nostro organismo. Che tracce di alluminio finiscono nella birra però mi ha sempre causato non poca inquietudine.

Riepilogando,

PREGI: l’impianto non ha richiesto grossi sforzi economici, sufficiente per produrre fino a 28 Lt di birra, facile da pulire, utilizzabile con i fornelli di casa

DIFETTI: l’alluminio, passaggio del mosto caldo dalla pentola al filtro.

L’idea di un nuovo impianto.

Da qua nasce l’idea di passare ad un nuovo impianto di produzione. In rete si trovano diverse soluzioni. Da mini impianti elettrici e a gas abbastanza costosi a coibentazioni economiche.

Dopo diverse ricerche ho deciso che il nuovo impianto doveva rispecchiare alcune caratteristiche: materiale in acciaio, facilità di utilizzo tra i vari passaggi durante la birrificazione, ridurre al minimo il tempo dedicato alla coibentazione e budget limitato.

Ma cosa più importante, l’impianto deve poter continuare a funzionare in casa.

Problematiche relative al nuovo impianto

Quali saranno le caratteristiche del nuovo impianto? A quali problematiche si va incontro? Che soluzioni adottare?

Bene, cominciamo subito con lo stabilire il quantitativo di prodotto finito desiderato che rimane sempre sui 25-28 Lt finali. Andare oltre i 30 Lt  comporterebbe problemi dovuti alla potenza di fiamma erogata dai fornelli presenti in casa. Molti homebrewer utilizzano dei fornelloni per alimentare le grosse pentole. Nel mio caso è impensabile installare dei fornelloni allacciati ad una bombola di GPL. Molto rischioso oltre ad essere pure faticoso. Inoltre, per grossi quantitativi occorrerebbero anche pentole e fermentatori di maggiore capienza e questo andrebbe ad aumentare i costi finali.

Riepilogando, serviranno delle pentole non troppo capienti, in acciaio inox alimentate dalla fiamma del gas di casa. Le pentole dovranno avere dimensioni contenute per facilitarne l’eventuale spostamento.

In dettaglio

Partiamo dalla fase di ammostamento; in questa fase serviranno due pentole, una contenente i malti e l’altra per scaldare l’acqua per il risciacquo. Le pentole sulla quale ho puntato la mia attenzione sono delle ottime pentole della Polsinelli, in acciaio inox, fornite di rubinetto e sonda per la temperatura. Il problema di queste pentole è che la più piccola ha un diametro di circa 38 cm (capienza 35 Lt). Viste le dimensioni di diametro risulta impossibile che queste entrino contemporaneamente sul piano di cottura.

wp_20161024_18_51_16_proHo risolto il problema diversamente. Personalmente, ritengo la pentola per l’acqua la meno “importante” ed è quella che non necessità di molte caratteristiche. Ho quindi acquistato una pentola basilare in acciaio inox senza rubinetto e termometro di ridotte dimensioni.

Su Amazon ho trovato una pentola della Buckingham con diametro da 33 cm che riesce a contenere fino a 18 Lt di acqua. Per scaldare l’acqua ho anche acquistato una piastra elettrica da 1500 Watt. Il costo della spesa è stata di 34 euro per la pentola e di 28 euro per la piastra.

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Funziona? Certamente! Ho testato il tutto e per scaldare 18 Lt di acqua ci son voluti 45 minuti per raggiungere i 78° C necessari per il risciacquo. Basterà l’uso di un contenitore di plastica con manico per spostare l’acqua nella pentola di ammostamento.

fly-sparge-35_1339Un Fly Sparge della Polsinelli adagiato sulla pentola di ammostamento mi permetterà di creare l’effetto pioggia sulle trebbie.

Ammostamento

pentola-per-produzione-birra-35-l_1053Come anticipato prima, la pentola scelta è una Polsinelli da 35 Lt composta da un rubinetto di scarico, termometro e filtro Halo al suo interno.

Terminato l’ammostamento dei grani si passa alla fase di risciacquo delle trebbie. Per questa fase ho acquistato uno sgabello nella quale andare a poggiare la pentola di ammostamento. La pentola che andrà a raccogliere il mosto filtrato verrà posizionata alla base dello sgabello e l’acqua di sparge a livello del piano cottura.

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L’idea di base è stata quella di creare una struttura a gradini per sfruttare la forza di gravità.

Ebollizione

wp_20161112_10_58_05_proUna volta raccolto il mosto questo andrà fatto bollire. E qui si presenta un altro problema. La fiamma sviluppata dal fornello di casa non ha la giusta potenza per portare ad ebollizione il mosto.

Nel mio vecchio impianto le ridotte dimensioni del pentolone (23 Lt) garantivano la fase di ebollizione. Con le pentole della Polsinelli difficilmente riuscirò a rimanere entro questi limiti. E’ plausibile immaginare che i litri raccolti supereranno i 23 Lt.

Soluzione, la Polsinelli produce anche una pentola da 50 Lt (sempre in acciaio, con rubinetto e termometro). Vi chiederete, a cosa può servire una pentola più capiente se il l’obbiettivo finale è quello di produrre circa 25-28 Lt di birra? La risposta sta nelle sue dimensioni. La differenza con la pentola sa 35 Lt sta nel maggior diametro (45 cm circa). Una pentola con un tale diametro mi da la possibilità di “abbracciare” più punti fuochi del piano cottura. Questo mi garantisce maggiore potenza di calore.

Ho eseguito il test portando ad ebollizione 35 Lt di acqua.  Il risultato è stato ottenuto in circa 30 minuti. Inoltre la base della pentola ha abbracciato tutti e 4 i fuochi del piano cottura. Un paio di diffusori di calore in piastra hanno migliorato la diffusione del calore. Di seguito alcune foto:

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Riepilogando il tutto, la spesa fatta è stata di:

  • Pentola acqua risciacquo 34 euro
  • Piastra elettrica 28 euro
  • Pentola 35 Lt + filtro Halo 175 euro
  • Pentola 50 Lt 142 euro
  • Fly sparge 40 euro
  • Birrometro 24 euro (per misurare i litri presenti in pentola – nota, non bastava creare delle pentole graduate al posto di far pagare soldi in più per una banalissima asta?)

Raffreddamento

scambiatore-di-calore-a-40-piastre-saldobrasate_2107Nel vecchio impianto impiegavo una serpentina in rame che riuscivo ad allacciare al normale rubinetto di casa. Lasciando il supporto di allacciamento al rubinetto ho deciso di sostituire la serpentina con uno scambiatore di calore a 40 piastre saldobrassate.

Sfruttando sempre il dislivello tra pentola (posizionata sul piano cottura) e fusto di fermentazione (posizionato a terra) riesco a far funzionare lo scambiatore di calore evitando la spesa di una elettropompa. Costo dello scambiatore, 70 euro più un metro di tubo Hot beer a 14 euro.

altra attrezzatura

carrelloPer gli spostamenti tra casa e cantina mi sono affidato ad un carrello come in foto. Capacità fino a 200 Kg. Comodo anche nello spostare, di volta in volta, tutta l’attrezzatura dalla cantina in casa e viceversa. Spesa 15 euro su Amazon.

Possibile aggiungere la ciliegina sulla torta?

Quanto sarebbe bello rendere la fase di ammostamento motorizzabile. Ma sorge un problema, l’altezza data dalla pentola più il motore che azionerebbe le pale raggiunge i circa 64 cm. Rischierei di non entrarci a causa della cappa dei fumi posizionata sopra il piano cottura. Preferisco quindi rimandare questa valutazione più avanti sperando di poter aggiungere questo componente che, a mio avviso, è fondamentale in un buon impianto di birra.

A questo punto non mi rimane che rimandarvi alla seconda parte dove andrò a descrivere la prima cotta con il nuovo impianto.

Impianto – Update 2.0, work in progress

Ricordo bene i primi inizi, era il periodo in cui ho cominciato a produrre birra utilizzando la tecnica E+G (estratto + grani speciali). I primi materiali acquistati furono una pentola da poco più di 25 litri ed il kit per la fermentazione. Da lì un crescendo, la voglia di passare alla tecnica All-Grain, con conseguente acquisto di nuovo materiale, come un macina grani, un filtro per lo sparge, una nuova pentolone più capiente e tanto altro. Da quel giorno la mia produzione di birra si è notevolmente affinata e questo ha contribuito a far crescere, ancora di più, la voglia di migliorarmi.

Ma si sa, spesso come a molti capita, il primo grande amore giunge al termine, ed una nuova fiamma si accende in fondo al cuore. Ed è giunto il momento, almeno per me, di cambiare, lasciare che la vecchia attrezzatura diventi un piacevolissimo ricordo e far spazio alla nuova progettazione del nuovo mini impianto per homebrewer.

Si sa, per produrre birra è sufficiente usare attrezzatura molto semplice ma se si vuole migliorare la percentuale di efficienza e faticare meno allora occorre migliorare l’impianto di produzione.

Con questo post illustrerò il mio nuovo progetto che comprenderà un sistema di produzione più professionale, con l’inserimento di pentole in acciaio, macina grani e sistema di raffreddamento.

Il nuovo impianto sarà formato da 2 nuove pentole in acciaio inox. Verranno impiegate sia per l’ammostamento sia per la fase di bollitura. Inoltre la capienza passerà dagli attuali 30 Lt a circa 75 Lt finali. Questo mi permetterà di poter sfruttare 2 fermentatori contemporaneamente e di poter, nell’eventualità, impiegare ceppi di lievito differenti.

Ecco in dettaglio i vari componenti:

pentola acciaio inox

Pentola da 50 Lt in acciaio inox 18/10 di alto spessore con rubinetto e termometro incorporati. Questa pentola verrà usata in fase di ammostamento. Inoltre è prevista l’installazione di pale interne per poter eseguire un corretto mescolamento dei grani.

 

filtro acciaio a cestello

Filtro in acciaio inox a cestello per pentola da 50 LT. Il filtro mi permetterà di eseguire il risciacquo delle trebbie senza dover ribaltare il tutto in un altro contenitore. Il cestello inoltre agevolerà l’estrazione delle trebbie dalla pentola.

 

pentola 75 LtPentola da 75 Lt in acciaio inox 18/10 di alto spessore con rubinetto e termometro incorporati. Identica alla sorella da 50 Lt questa pentola verrà impiegata per la fase di bollitura.

 

 

filtro basso

Filtro per pentola da 75 Lt utili. Questo filtro viene posto alla base della pentola e la sua forma permette di poter mescolare liberamente anche il mosto depositato sul fondo della pentola evitando così che il mosto si caramellizzi. L’uso di questo filtro, inoltre, mi permetterà di  lasciare liberi  i luppoli in bollitura , senza sacchetto hop bag che li contenga.

 

mulinoarulliregolabiliAumentano i litri in fase di produzione aumentano i grani da dover macinare. Il vecchio mulino andrà sostituito con un mulino migliore, più resistente che mi permetta di velocizzare ulteriormente i tempi di macinatura dei grani

 

fornello gas

Fornello a gas con bombola esterna per pentole da grosse dimensioni.

 

 

scambiatorecalorepiastreScambiatore di calore a piastre che andrà a sostituire la vecchia serpentina in rame. L’aumento dei litri di produzione richiederà un minor tempo di raffreddamento del mosto per evitare infezioni batteriche. Quello dello scambiatore a piastre è un sistema largamente utilizzato da qualunque microbirrificio.

Ai componenti sopra elencati andranno aggiunti materiali secondari con minor impatto a livello economico, come tubi per i vari collegamenti, ulteriore pentola per il riscaldamento dell’acqua da sparge, ulteriore fermentatore e un motorino per il trasferimento del flusso da una pentola all’altra.

Il funzionamento dell’impianto prevede l’ammostamento nella pentola da 50 Lt. La stessa pentola fornita di filtro mi permetterà di utilizzarla come filtro per la fase di sparge. Il mosto confluirà nella seconda pentola (quella da 75 Lt) tramite una pompa d’acqua collegata tra le due pentole. Finita la fase di bollitura il mosto verrà fatto scorrere all’interno dello scambiatore di calore per il raffreddamento. Il mosto finirà direttamente all’interno dei fermentatori. L’uso del filtro presente nella pentola da 75 Lt eviterà che luppoli e quanto altro finisca all’interno dei fermentatori.

Seguitemi per eventuali evoluzioni.