Dubbel SIX, il giorno della cotta

Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato. Per me oggi si riprende con la produzione delle birre, ed in particolare, oggi ho da preparare una Dubbel di stampo belga, la Dubbel SIX. In questo post elencherò le varie fasi di produzione, descriverò brevemente eventuali calcoli su correzioni di densità e luppoli, annoterò eventuali accorgimenti. Ma prima ancora occorre fare un salto indietro, a giovedì per l’esattezza, giorno in cui ho iniziato a risvegliare il lievito con la preparazione di uno starter.

DSCN1851Brevemente, per chi non lo sapesse, con il termine starter si indica la creazione di un mini-mosto con l’intento di far moltiplicare  le cellule di lievito. In questo modo ci si assicura un numero di cellule sufficienti per l’inizio della fermentazione vera e propria. Per lo starter ho messo a bollire mezzo litro di acqua con circa 65 gr di estratto secco ed un paio di cucchiaini di nutrimento per lievito. Ho fatto raffreddare tutto velocemente ed ho inoculato il lievito della WYeast che per questa birra ho scelto il ceppo  Belgian Abbey II – 1762. Nelle prime 24 ore, il lievito non ha dato nessun segno di vita.  A 48 ore dall’inizio dello starter, il lievito ha cominciato a risvegliarsi portando a compimento il suo lavoro di moltiplicazione per domenica. Qualche ora prima dell’inoculo, l’attività del lievito è risultata essere molto attiva con formazione di sedimento sul fondo della bottiglia.

DSCN1850Il giorno prima della cotta sono stati macinati i grani, circa 8 Kg per questa ricetta. Per la lista dei malti e per il loro calcolo vi rimando al precedente post. Nessuna annotazione di rilievo per questa fase.

Il giorno seguente sveglia presto, come è mia consuetudine, per l’inizio dei lavori. Tutto è pronto: grani, pentole, attrezzi da lavoro e passione, tanta. Si parte. Inizio subito a scaldare 20 Lt di acqua fino alla temperatura di 52°C, temperatura in cui andrò a miscelare i grani in acqua. Tale fase prende il nome di mash-in.

DSCN1852 Una volta mescolati grani  e acqua la temperatura si arresta a circa 49°C e viene mantenuta costante per circa 10 minuti. Con questa sosta, si da la possibilità ad un particolare enzima, quello della proteasi, di scomporre le grosse proteine. Lo scopo di tale sosta è quello di garantire, alla birra finita, una migliore persistenza della schiuma. L’eccesso di proteina nella birra finita causa scarsa formazione di schiuma.

DSCN1857Trascorso il tempo necessario per la fase di proteasi viene fatta aumentare, gradualmente, la temperatura fino al raggiungimento dei 68°C. In questa sosta, chiamata fitasi, entrano in gioco due enzimi, alfa e beta amilasi. Nel mio caso, con 68°C, tendo a favorire il lavoro delle alfa-amilasi. Lo scopo è quello di conferire, al mosto finito, molte più destrine che mi comporteranno un maggior corpo alla birra finita. Importante, in queste fasi, è il controllo del pH. Senza un pH corretto gli enzimi non riescono a lavorare. La sosta dura 60 minuti, test dello iodio positivo quindi innalzo la temperatura fino a 78°C, fase che prende il nome di mash-out. Con questa fase vengono inattivati tutti gli enzimi.

DSCN1860Il mosto viene successivamente passato al sistema di filtraggio. Dopo circa 5 minuti inizio la fase di filtrazione e risciacquo delle trebbie. Mi occorrono due risciacqui per una estrazione di circa 20 Lt di mosto con densità pari a 1,072. Causa limitate dimensioni del pentolone sono costretto a lasciare un pò di zuccheri nelle trebbie. Questi vengono comunque reinseriti tramite la correzione di densità. Infatti, conoscendo i litri recuperati dal risciacquo e la densità del mosto è possibile stimare i litri finali che si avranno in fusto dopo la bollitura. Eseguendo questi calcoli per la correzione di densità ottengo i seguenti valori:

GU prevista = 25 x 65 = 1625

GU effettiva = 20 x 72 = 1440

con una differenza di 185 GU che sono stati aggiunti con l’uso di ulteriore estratto secco e zucchero candito bruno. Effettuando i calcoli ci son voluti 320 gr di estratto secco e 375 gr di zucchero.

DSCN1861Inizio la fase di bollitura. A questo punto eseguo il calcolo per ricavare il quantitativo di luppoli da utilizzare. La ricetta prevede 22 IBU complessivi suddivisi in 12 IBU ad inizio bollitura e i rimanenti 10 a circa 20 minuti dalla fine della stessa fase.I luppoli usati sono stati E.K. Golding e Saaz. Effettuando i calcoli sono stati necessari

25 gr di E.K. Golding a 60 minuti dalla fine

55 gr di Saaz a 20 minuti dalla fine

A 20 minuti dalla fine ho aggiunto, oltre al sacchetto contenente il saaz, anche l’irish moss, un tipo di alga marina utile nel coagulare residui di proteine. Inoltre è stata inserita la serpentina di raffreddamento per una corretta sterilizzazione. Dopo un’ora di bollitura il processo di raffreddamento è durato circa 15 minuti con successivo riversamento in fusto. La densità finale è risultata troppo alta quindi è stato necessario aggiungere ulteriore acqua per un totale di 25 Lt di mosto con densità a 1,065. Tutto come previsto da ricetta.

Ora si attende solamente che il lievito faccia il suo bel lavoro.

Aggiornamento: Dopo circa 6 ore dall’inoculo il gorgogliatore ha cominciato ad emettere CO2.

Continuate a seguirmi, ulteriori dettagli saranno presto on-line.

P.S. a breve la nuova ricetta per la Noel Triple 2013, non mancate.

Dubbel SIX – scelta dei malti

malto-chiaro  Dubbel SIX, sarà questo il nome nuovo della mia prossima birra. Una dubbel, per l’appunto come già anticipato in un mio precedente post http://www.makebeer.it/dubbel1/

Dopo essermi documentato sullo stile,sulla storia centenaria e sulle caratteristiche che questo stile di birra dovrebbe avere posso passare alla creazione della nuova ricetta. In questo post parlerò dei malti scelti e sul loro quantitativo da utilizzare.

La ricetta viene calcolata per 25 Lt teorici con una OG di 1,065 (16 plato). Questa volta ho deciso di procedere diversamente, ovvero, stabilire in anticipo il peso di alcuni malti “speciali” e calcolare, alla fine, il rimanente peso del malto base (pils nel mio caso)

Procediamo inizialmente con il calcolo delle GU totali

65 x 25 = 1625 GU

A questo punto ecco la lista dei malti “speciali” ed il loro peso che intendo usare in ricetta.

Monaco                    1000 gr

Carapils                       500 gr

Crystal                          150 gr

Special B                      300 gr

Aromatic                     300 gr

Biscuit                           300 gr

Melanoid                     300 gr

Orzo in fiocchi           300 gr

Zucchero candito    200 gr

Come potete notare si tratta di una lista abbastanza ricca. Rimane però da dover calcolare il peso di malto pils da aggiungere per poter ottenere una GU totale di 1625. Per ricavare tale valore bisogna effettuare i calcoli inversi a quelli dettagliatamente spiegati in un mio precedente post http://www.makebeer.it/85/

Per i miei calcoli ho utilizzato una percentuale di efficienza pari al 70% (0,70)

Monaco         1000 gr  =>  (1 x 0,70 x 10 x 30)       = 210 GU

Crystal              150 gr  =>  (0,15 x 0,70 x 10 x 28) = 29,4 GU

Carapils            500 gr  =>  (0,5 x 0,70 x 10 x 28)   = 98 GU

Special B           300 gr  =>  (0,3 x 0,70 x 10 x 30)  = 63 GU

Aromatic          300 gr  =>  (0,3 x 0,70 x 10 x 30)  = 63 GU

Bisciut                300 gr  =>  (0,3 x 0,70 x 10 x 30)  = 63 GU

Melanoid          300 gr  =>  (0,3 x 0,70 x 10 x 30)  = 63 GU

Orzo fiocchi      300 gr  =>  (0,3 x 0,70 x 10 x 30)  = 63 GU

Zucch. cand.    200 gr  =>  (0,2 x 10 x 38)                 = 76 GU (percentuale di efficienza pari a 1)

Sommando le varie GU ricavate il risultato sarà di 728,4 GU impegnate dalla lista di malti sopra elencati. Sottraendo questo valore al totale di 1625 GU ci rimangono 896,7 GU  da impegnare per il calcolo del quantitativo di malto pils da impiegare.

Pils    => (896,7 / 0,70 / 10 / 29) = 4410 gr

Se volessimo ricavare il valore in percentuale basta semplicemente dividere il valore delle singole GU parziali per le GU totali, ovvero

Pils     896,7 / 1625 = 55,2%

Speciali  728,4 / 1625 = 44,8%

Ed ecco la mia lista. Nulla mi vieta di apportare modifiche a questa lista ma in linea di massima credo di affidarmi fedelmente a questa. Come spesso capita, in fase di bollitura sarò costretto ad aggiungere ulteriore materiale fermentescibile per riequilibrare la densità complessiva di zuccheri. Normalmente è mia abitudine affidarmi ad estratto secco o zucchero semplice.

Rimando al prossimo post per la scelta dei luppoli e del lievito da impiegare.

Rimanete sintonizzati mi raccomando

Avanti la prossima…birra

frumentoAgosto ormai è alle porte, l’estate che avanza con le sue giornate afose e le ferie estive che finalmente stanno per giungere proiettano la mia mente a come trascorrerò quei giorni. Giornate intere da trascorrere al mare sotto il sole cocente, e serate da trascorrere con amici e familiari tra cene a base di pesce, drink in spiaggia e concerti live sotto la luna piena. E ancora grigliate in grande stile, falò in spiaggia e tanto tanto altro. Ma mentre affiorano tutte queste immagini nella mia testa ecco che, in maniera dirompente, fa il suo ingresso in scena un pensiero: “ma quale altra birra preparare dopo l’estate?”  😀

E quindi via tutte quelle immagini di spiagge, mare e sole, la mia attenzione si sposta sulla mia nuova prossima ricetta.

Le prime domande che mi pongo sono: “Che stile? Rifaccio una ricetta già sperimentata o ne creo una nuova?”. Sono pensieri, questi, che non ti lasciano dormire la notte   😉 . Dopo alcune riflessioni decido di cimentarmi in una nuova ricetta, ma sopratutto, in un nuovo stile. Fra le tante, la mia attenzione è ricaduta sulla Dubbel. Sarà questa la mia prossima nuova birra da brassare.

Prima di cominciare a “dare i numeri” con calcoli sul quantitativo di malti e luppoli e bene documentarsi un pò, studiare quelle che dovrebbero essere le caratteristiche di questa birra, quali tipi di malto sono più idonei allo scopo, quali luppoli e soprattutto quale lievito avrà il compito di dare forma alla birra.

Un grande aiuto mi viene fornito dalla guida agli stile BJCP – Dubbel:

L’aspetto della birra dovrà avere un

colore da ambrato scuro a ramato, con un attrattivo riflesso rossastro profondo. Generalmente limpida. Larga, densa ed a lunga persistenza schiuma cremosa di colore biancastro.

Per raggiungere un colore ambrato dovrò utilizzare qualche malto colorante, come crystal e monaco per esempio. Sulla schiuma invece sarà utile includere fiocchi di frumento, che ne favorirebbe la formazione e orzo non maltato per assicurarne persistenza.

Il sapore dovrà essere

maltato, dolciastro, ricco e complesso, da medio a medio pieno con un finale moderatamente secco. Esteri ed alcoli e fenoli che interagiscono. Sapori di uva sono comuni come anche quelli di frutta secca. Il bilanciamento è sempre dalla parte del maltato. Amaro da luppolo medio basso che non persiste nel finale. Sapori di luppolo nobile sono opzionali e non sono normalmente presenti. Assenza di diacetile. Non dovrebbe essere maltata come una Bock, e non dovrebbe presentare quella classica dolcezza data da malti Crystal. Assenza di spezie.

Qui la scelta dei malti sarà fondamentale. E’ evidente come il profilo organolettico di questa birra dovrà essere tendente al maltato. Anche in questo caso malti crystal e monaco giocherebbero un ruolo chiave, ma anche il cara-pils potrebbe avere un ruolo importante. In particolare:

– Il cara-pils conferisce un colore chiaro, l’aroma è leggermente caramellato e ha una fermentabilità bassa. Questo aspetto ci aiuta a conferire alla birra maggiore corpo.

Per conferire sentori di uva potrei impiegare dello Special B che da alla birra più colore e sapore somigliante all’uva secca.  Aggiunge, inoltre, un forte sapore di caramello.

Special B permette di ottenere un colore marrone/nero. Sapore e aromi unici, conferisce molto colore e un sapore di uva alla birra, unitamente ad un forte aroma di caramello e note di noci e prugne. Il malto Special B può sostituire i malti Chocolate e Black se l’amaro non è ricercato.

Sempre per conferire maggiore corpo alla birra finita sarà importante la fase di mashing, credo che opterò per temperatura di diastasi sui 68°C in modo da favorire maggiormente le alfa-milasi. La birra dovrà avere molti zuccheri non fermentescibili (destrine) per poter conferire corpo.

Inoltre, lo zucchero candito è spesso presente nelle birre di stampo belga, in questo caso utilizzerei lo zucchero candito bruno che conferisce un pò di colore e qualche aroma alla birra finita.

Altri tipi di malto da poter utilizzare potrebbero essere l’Aromatic ed il Biscuit. Il primo conferisce un pò di colore ed un profilo più aromatico mentre il secondo conferirebbe un’aroma più biscottato. In particolare:

Aromatic dona un aroma ed un sapore molto vivo di malto alle birre ambrate e scure.
Nella comparazione con altri malti colorati tradizionali, il malto Aroma ha un potere diastatico più alto rispetto agli altri malti colorati e produce un grado di amaro meno intenso.

Biscuit dona un retrogusto di «tostato» ben accentuato. Definisce un aroma ed un sapore di pane e biscotti dolci. Il Biscuit è utilizzato per intensificare il gusto e l’aroma di bruciato che caratterizzano le birre del tipo Ale, conferendo le proprietà tipiche dei malti Black e Chocolate. Non contiene enzimi. Deve essere miscelato con dei malti dal potere diastatico importante.

Inoltre terrò in considerazione il

– Malto MELANOIDIN è molto aromatico, con un sapore intenso di malto. Dà pienezza e corposità al colore della birra, intensifica la stabilità del sapore ed arricchisce il colore rosso della birra. Aumenta il corpo della birra. Questo malto è chiamato anche «Turbo Munich».

Per finire manca il malto base, qui non ho ancora deciso, lascerò fino all’ultimo la scelta tra un pils ed un pale belga.

Per quanto riguarda la componente amara, è evidente come i luppoli non giochino un ruolo chiave in questo tipo di birra. Di conseguenza opterò per pochi IBU, circa 20. Non ho ancora in mente quale luppolo usare ma penso che la mia scelta ricadrà sul Saaz per il profilo aromatico mentre, per l’amaro, dello styrian potrebbe anche andar bene.

Passiamo adesso al lievito, fondamentale per la buona riuscita di questa birra. Dopo varie letture la mia scelta è ricaduta sul Belgian Abbey II – 1762. Questo lievito, a testimonianza di molti, necessita di una temperatura di fermentazione non molto alta, da un minimo di 17° C ad un massimo di 20° C.  Sembrerebbe che temperature alte causino formazione di diacetile ma anche solvente.

Perfetto, la prossima birra comincia a prender forma. Posso tranquillamente chiudere nuovamente gli occhi e tornare a pensare alle mie stupende ferie d’estate.

Rimanete sintonizzati, alla prossima…birra

asSaison, la birra che uccide

assaisonVi spiego subito il significato del titolo; tutto parte dalla  nuova etichetta che ho disegnato per questa Saison. Per il nome da assegnare a tale birra ho chiesto qualche suggerimento ad un amico e l’asSaison è il nome che mi è stato suggerito.Ha destato subito la mia attenzione, mi è sembrato un nome accattivante ma allo stesso tempo anche divertente e quindi l’abbiamo promosso a pieni voti.

E divertente lo è anche lo slogan che ne è scaturito, per l’appunto “asSaison, la birra che uccide”.

Lo so lo so, detto così questo slogan può far pensare male…e fate bene a pensar male 🙂

Scherzi a parte, quello che ho in mente è di creare una birra in cui le spezie avranno un ruolo fondamentale e per una birra così piccante non poteva non starci un nome altrettanto “piccante”.

Fatta questa premessa andrò, oggi, a parlarvi dei luppoli da aggiungere in fase di bollitura. Normalmente non eseguo mai i calcoli in anticipo ma solo quando inizio la fase di bollitura. Questo perchè i calcoli dipendono fortemente dai litri che mi ritroverò in pentola e dalla densità pre-bollitura.

Ma visto che il post lo sto scrivendo solo per mostrarvi il procedimento per il calcolo dei luppoli sarò quindi lieto di farlo oggi.

Nel post precedente (http://www.makebeer.it/saison-under-construction/) vi avevo mostrato come determinare il quantitativo di malti da adoperare in fase di ammostamento. La lista che avevo estratto era la seguente:

          Pils                                     6 Kg

CaraPils                          283 gr

Aromatic                         137 gr

Zucchero candito bruno   106 gr (in fase di bollitura ultimi 10 minuti)

          Miele                              162 gr (in fase di bollitura ultimi 10 minuti)

A questo punto andrò a calcolare il quantitativo di luppoli che mi serviranno per brassare questa saison. Domanda principale, che luppoli inserire? La mia idea è di non badare molto al tipo di luppolo da amaro ma di concentrarmi meglio sul tipo di luppolo da aroma, e fra questi ho deciso allo Styrian Goldings sloveno, un luppolo che ha nelle sue caratteristiche principale delle note speziate, di resina di pino.

Oltre allo Stiryan Goldings utilizzerò anche dell’Est Kent Goldings il tutto per un totale di 27 ibu suddivisi in questo modo:

 10 ibu a inizio bollitura (60 minuti) di E.K.Goldings

7   ibu a 20 minuti dalla fine di Styrian Goldings

5   ibu a 5 minuti dalla fine di Styrian Goldings

5   ibu a bollitura terminata di Styrian Goldings

 

Per maggiori dettagli sulla spiegazione delle formule adoperate vi rimando ad un precedente post

http://www.makebeer.it/calcolo-ibu-per-la-maris-ale/

La formula che mi servirà è       Peso = (V x C x IBU) / (U x A% x 1000)

Ad inizio bollitura mi aspettò una densità inferiore a 1,050 quindi il fattore di correzione C avrà valore 1

Prima gittata E.K. Golding 10 IBU

P =  (25 x 1 x 10) / ( 0,24(tabella B) x 0,054 x 1000) = 19,29 grammi

Seconda gittata Styrian Goldings 7 IBU

P =  (25 x 1 x 7) / ( 0,15(tabella B) x 0,05 x 1000) = 23,3 grammi

Terza gittata Styrian Goldings 5 IBU

P =  (25 x 1 x 5) / ( 0,05(tabella B) x 0,05 x 1000) = 50 grammi

 

Quarta gittata Styrian Goldings 5 IBU

P =  (25 x 1 x 5) / ( 0,05(tabella B) x 0,05 x 1000) = 50 grammi

 La lista dei luppoli è pronta, ma per quanto riguarda le spezie? Una delle caratteristiche principali di queste birre è l’uso di particolari spezie. Non ho ancora deciso quali spezie adoperare, credo che fino all’ultimo giorno valuterò quali inserire nel pentolone.

La mia idea di base è quella di usare zenzero e ginepro negli ultimi 5 minuti di bollitura. Altre note aromatiche dovrebbero arrivarmi dal miele di acacia e dallo zucchero candito bruno. Inoltre sto valutando l’idea di inserire un infuso di bucce di limone quando, alla fine della maturazione, andrò ad aggiungere lo zucchero per il priming.

Beh, lo scoprirete solo se continuerete a seguirmi.

Buona birra a tutti!

 

Saison under construction

under-constructionLo ammetto, la mia prima esperienza con una saison non è stata delle più felici, ma si trattava della mia prima volta su uno stile che presenta non poche difficoltà nell’esser lavorato, sopratutto in fase di fermentazione. Inoltre la tecnica utilizzata era la E+G che non mi ha lasciato molto inventiva nella realizzazione della birra.

A distanza di un anno ho deciso di riprovarci ma questa volta avrò dalla mia la tecnica all grain. La scelta del periodo non è casuale; le alte temperature della stagione estiva non causano grossi problemi in fase di fermentazione, anzi, in molti affermano che il lievito saison lavora molto bene a temperature elevate, anche fino a 30° C. Queste alte temperature recano profili aromatici speziati al prodotto finito.

A questo punto partiamo con la creazione della ricetta. Per prima cosa verifico lo standard per lo stile saison secondo la  guida ufficiale BJCP (http://www.bjcp.org/2008styles/style16.php)

Lo standard prevede che una beer saison abbia le seguenti caratteristiche:

OG: 1.048 – 1.065

FG: 1.002 – 1.012

IBUs: 20 – 35

ABV: 5 – 7%

Note storiche: le saison si caratterizzano per una spiccata secchezza, una notevole aromaticità ed un grado alcolico non troppo elevato

malti

La mia idea di saison è di una birra leggera, che soddisfi la sete, che sia abbastanza “beverina”. Non voglio che sia molto carica dal punto di vista alcolico quindi opto per una OG a 1.054 e con litri finali 25.

Una volta selezionate alcune caratteristiche di base (IBU e spezie le rimando al prossimo post) vado ad elencare la lista dei malti che ho pensato di usare, ed in particolare vado a decidere la loro percentuale di utilizzo:

Percentuale lista malti:

– Pils                                       88%

– CaraPils                                4%

– Zucchero Candito            3%

– Miele d’acacia                    3%

– Aromatic                             2%

Perchè della scelta di questi malti? Il malto base Pils non lascia spazio a molte spiegazioni, il CaraPils l’ho inserito per conferire un leggero corpo al prodotto finito, lo zucchero candito mi servirà per rendere un pò secca la birra , il miele per conferire qualche nota aromatica e il malto Aromatic per dare una leggera nota di colore.

Una volta scelta la lista dei malti vado ad eseguire i calcoli per l’individuazione del quantitativo esatto rispecchiando le percentuali decise. Per farlo mi servirò delle formule già spiegate in un mio precedente post (http://www.makebeer.it/85/)

Calcoliamo la GU totale che è data dai litri moltiplicati per la OG, ovvero

 25 x 54 = 1350GU

 

GU in base alle percentuali

          Pils                              -> 0,88 x 1350 = 1188GU

CaraPils                     -> 0,04 x 1350 = 54GU

Aromatic                  -> 0.02 x 1350 =  27GU

Zucchero Candito  -> 0.03 x 1350 = 40,5GU

Miele d’acacia          -> 0,03 x 1350 = 40,5GU

Calcolo pesi

          Pils:                       1188 / 29 / 10 / 0,68 = 6,02

CaraPils:                54 / 28 / 10 / 0,68 = 0,283

Aromatic:               27 / 29 / 10 / 0,68 = 0,137

Zucchero Candito: 40,5 / 38 / 10 = 0,106 (a fine bollitura quindi efficienza di ammostamento uguale 1)

Miele d’acacia:      40,5 / 25 / 10 = 0,162 (a fine bollitura quindi efficienza di ammostamento uguale 1)

Lista ricavata:

          Pils            6 Kg

CaraPils     283 gr

Aromatic    137 gr

Zucchero    106 gr (in fase di bollitura ultimi 10 minuti)

Miele          162 gr (in fase di bollitura ultimi 10 minuti)

Mi aspetto comunque che il grosso del lavoro venga fatto dal lievito e non dalla lista dei malti, nel mio caso il WLP 565.

Per la scelta dei luppoli e delle spezie vi rimando al prossimo post, seguitemi…

 

Il malto d’orzo è un pò come il maiale, non si butta mai nulla

Tutti noi sappiamo la fama che precede il maiale e come da esso è possibile tirar fuori diverse pietanze da qualunque parte del suo corpo. Oggi vi spiegherò come è possibile fare la stessa identica cosa dal malto d’orzo ed in particolare dalle trebbie esauste 🙂 .

Le trebbie sono ciò che rimane dopo il processo di risciacquo (o sparge). Chi produce birra è abituato a gettare via questi resti ma in pochi sanno che da esse è possibile creare del buon pane, vediamo come.

trebbie

 

La ricetta è veramente semplice ed il risultato è garantito.

Ciò che ci occorre per la preparazione di un buon pane al malto d’orzo sono:

 – 350 gr di farina integrale

– 150 gr di farina di farro

– trebbie, quantitativo a vostro piacimento

– 1 cucchiaio di estratto secco di malto d’orzo

– 1 cucchiaino di zucchero

– lievito di birra

– sale q.b.

 Prima di cominciare ad impastare occorre riattivare il lievito di birra e per farlo si può preparare uno starter, proprio come per la birrificazione. Basta aggiungere in una tazza dell’acqua tiepida (max 35° C), un cucchiaino di zucchero ed il lievito di birra e lasciare agire per almeno un paio di ore. Fate attenzione, il lievito potrebbe avere una riattivazione molto tumultuosa con fuoriuscita di schiuma.

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Nota: Lo zucchero, oltre ad alimentare le cellule del lievito e quindi a stimolare la fermentazione, determina l’aroma e la doratura della crosta del prodotto

 

Trascorse le ore necessarie per lo starter andiamo ad occuparci dell’impasto. Versare, in un contenitore, le farine (io preferisco usare farine di tipo integrale ma nulla vieta di usare altri tipi di farine), 2 cucchiaini di sale, l’estratto secco di malto d’orzo e le trebbie esauste (oppure a piacere anche altri cereali come semi di girasole o altro). Mescolate tutto il composto a secco senza aggiunta di acqua in modo da amalgamare omogeneamente i composti tra loro.

Fatto questo aggiungete il lievito con tutta la sua acqua e cominciate ad impastare. Dovrete aggiungere ulteriore acqua per creare un impasto elastico. Il quantitativo di acqua da aggiungere dipende da alcuni fattori che vi elenco nell’immagine di sotto. Il paragrafo è tratto dal libro di Giorilli Lipetskaia – Panificando.

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Bisogna, in conclusione, gestire bene l’aggiunta di acqua nell’impasto perchè da essa possono dipendere alcuni fattori:

pane2

 

Una volta terminato di impastare si lascia il prodotto dentro il contenitore stesso e lo si copre per bene, in modo da mantenere al suo interno una temperatura maggiore rispetto l’esterno. La temperatura ideale di fermentazione dovrebbe essere tra 25° / 30° C.

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Lasciare che la fermentazione lavori per 12 ore, io personalmente preparo l’impasto la mattina ed inforno la sera.

Trascorse le 12 ore circa scoprirete che il volume dell’impasto è notevolmente aumentato.

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Reimpastate di nuovo tutto per un minuto circa, prendete l’impasto, ponetelo in una teglia da forno e date la forma che volete. Lasciate riposare nuovamente per circa 30 minuti ad una temperatura di circa 40° C. Personalmente lascio scaldare il forno elettrico quanto basta e metto l’impasto al suo interno in modo da favorire nuovamente la fermentazione.

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Trascorsi i 30 minuti estrarre la teglia dal forno, accendere il forno e portare a temperatura di circa 230° C.

Consiglio: lasciate all’interno del forno un tegamino contenente acqua, l’evaporazione della stessa genera un ambiente umido all’interno del forno, ideale per la cottura del pane. Maggiori dettagli li trovate di seguito:

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Una volta raggiunta la temperatura ideale infornate il pane e lasciare cucinare per circa 50 minuti.

Ed ecco il prodotto finito, un bel pane al malto d’orzo fatto in casa. L’utilizzo di farine integrali provenienti da coltivazione biologica rende questo pane anche molto salutare 😮   .

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Linda Blanche, frumento e tanto altro

Linda BlancheLa mia “produzione” si allarga, ad una ESB stile inglese, dopo una Russian Iperial Stout e dopo una Triple di Natale ecco una new entry, una blanche in stile belga.

La ricetta da me progettata ha lasciato poco spazio alla fantasia sopratutto sulla scelta dei malti che comprende malto pils, frumento e avena.

Le porzioni sono state

  • 50% malto pils
  • 45% frumento
  • 5% di avena.

Dopo aver macinato i grani (solo il pils perchè frumento e avena sono stati acquistati in fiocchi) ho scaldato16 LT di acqua ad una temperatura di circa 52° C. Ho unito i miei grani e ho lasciato per 10 minuti a circa 50° C per una breve fase di proteasi, poi ho alzato la temperatura portando il mosto alla temperatura di 63° C dove vi è rimasto fino alla fine della conversione.

La parte più impegnativa è stato il filtraggio. Infatti il frumento tende a bloccare il flusso del mosto causando un rallentamento non banale.

Superato la fase di filtrazione ho fatto bollire il mosto per 60 minuti utilizzando come luppoli solo del saaz in 2 gittate.

A fine bollitura ho aggiunto coriandolo e buccia di arancia amara per aromatizzare la birra.

Suggerimento: Ho inserito le spezie a fine bollitura. Il suggerimento mi è arrivato dal mastro birraio del Rurale che mi ha spiegato che, per la loro Seta, effettuano l’inserimento delle spezie proprio in fase di whirpool. Inoltre mi ha consigliato di stimare circa 0,5 – 1 grammo di spezia per ogni litro di birra.

Una volta terminato il raffreddamento il mosto è stato riversato dentro il fermentatore e con esso è stato aggiunto del lievito secco S-33.

Note sulla fermentazione: La fermentazione è partita subito senza problemi ma si è arrestata dopo  circa 4 giorni facendo scendere la densità da 1,050 a 1,020. Essendo ancora un pò altina ho atteso diversi giorni e dopo ben 2 settimane il lievito ha ripreso a lavorare facendo scendere la densità fino a 1,013. Questa situazione sembra essere un pò tipica di tale lievito. Inoltre, i primi giorni di fermentazione il lievito ha prodotto degli odori molto sgradevoli, tendenti a “uovo marcio” 🙂 ma in circa 3 settimane gli odori sono stati neutralizzati dallo stesso lievito.

Alla fine eccola in bottiglia, attenderò fino a fine Maggio e poi effettuerò la prima valutazione gustativa

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